NotiziarioValle Olona

Piccoli passi di un lungo cammino per un’Olona pulito

Tra i tanti dubbi sul se, sul come e soprattutto sul quando all’Olona verrà restituita la dignità di un fiume, una delle poche certezze è l’inadeguatezza dei depuratori.

Imputati principali della situazione attuale, sono l’emblema della micidiale combinazione di carenza di capacità, competenze e reale interesse istituzionale a tutti i livello da almeno vent’anni a questa parte.

Per iniziare a smuovere quel che resta delle acque nell’Olona si è dovuta muovere la gente. Intorno al movimento trasversale Amici dell’Olona è cresciuta anche la voglia di riprendere il controllo del proprio territorio e renderlo nuovamente vivibile.

Almeno, ci si prova. Perché la situazione attuale resta decisamente inquietante. Sicuramente, ritardi e indifferenze prolungati hanno portato a una situazione vicina al collasso. Il quadro attuale resta comunque molto preoccupante, e anche le prospettive non sono da meno. Unico aspetto positivo, sotto la pressione popolare, almeno se ne parla e la paura di essere giudicati anche per questo in sede elettorale agire sta diventando una questione di convenienza.

Al momento però, l’unica nota positiva arriva dal depuratore Varese Pravaccio. Come emerge dalla ricerca degli Amici dell’olona, è stato pubblicato il bando della gara di appalto per l’assegnazione dei lavori da affidare nei primi mesi del prossimo anno.

Una notizia certamente positiva. L’unica però. Perché appena si prosegue lungo lasse del’Olona, c’è ben poco per cui essere ottimisti. Cairate e Olgiate Olona infatti, i quadri economici sono in attesa dell’approvazione da parte di ATO. Si prevede l’inizio dei lavori entro la fine del 2021.

Il depuratore di Gornate, emblema dei mali dell’Olona

Emblematica, e peggiore di tutte è la situazione di Gornate Olona, impianto inaugurato con tutta la risonanza del caso solo pochi anni fa.

Non a caso, è intervenuta la Procura di Busto Arsizio, che ha requisito tutte le pratiche della progettazione e della costruzione dell’impianto. Questo perché le vasche sono praticamente implose e occorre scoprire la causa di questo disastro.

Sono in corso due perizie affidate al Politecnico di Milano per accertare le cause dell’accaduto. Quindi, al momento non sarà possibile altrimenti eseguire o progettare i lavori di adattamento.

Si fa così strada l’ipotesi peggiore, la necessità di chiudere l’impianto per costruirne uno tutto nuovo, Con annessi spreco di denaro pubblico e tempi al momento non stimabili.

Più attenzione agli sfioratori

C’è poi la questione degli sfioratori, i sistemi dai quali dipende lo scarico nel fiume dei liquami urbani incaso di forti piogge. Indispensabili per regolare i forti flussi d’acqua in caso di piogge, se ben tenuti non producono necessariamente un impatto importante sulla qualità delle acque.

A parte una maggiore pulizia da detriti,  Alfa ha provveduto a  munire di sistemi di allarme tutti gli sfioratori di sua proprietà. Su 122 sfioratori a monte di Castellanza, ora 90 sono stati dotati degli allarmi. La soluzione definitiva è complicata dal frazionamento delle proprietà degli sfioratori, molti dei quali appartengono ai Comuni. Sembra ragionevole ipotizzare come per la fine di aprile saranno tutti muniti di allarme.

«Ancora una volta dobbiamo rilevare come questi successi siano stati finalmente resi possibili dalle nuove gestioni di Alfa e della Società di Tutela Ambiente – commentano gli Amici dell’Olona -, alle quali va il nostro doveroso ringraziamento e di tutti gli interessati a una Valle Olona vivible».

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