Un tuffo nell’Olona per capire da vicino quanto sia importante non perdere più tempo
Si rinnova il messaggio lanciato da Legambiente con il Big Jump. Non più rimandabili gli interventi sugli scarichi civili
Anche quest’anno l’Olona è tornato protagonista di uno degli appuntamenti più originali, e per certi versi imprevedibili. Arrivato alla quattordicesima edizione, Il Big Jump proposto da Legambiente ha rinnovato l’appuntamento di Malnate ai Mulini di Gurone per un tuffo collettivo nelle acque del fiume.
Nel contesto della campagna europea di European Rivers Network ideata per reclamare la balneabilità di tutti i corsi d’acqua, l’appuntamento varesino non avrà forse richiamato il pubblico delle grandi occasioni, ma ha certamente offerto la possibilità di ribadire una volta di più le condizioni quasi disperata in cui si trova il fiume.
Una situazione dalla quale nessuno può chiamarsi fuori. “L’Olona fa parte dei copri idrici più compromessi della regione – afferma Valentina Minazzi, presidente Legambiente Varese –. Mentre in passato la situazione di criticità era dettata da attività industriali che riversavano nel fiume i loro sottoprodotti di scarto, attualmente risulta sempre più evidente il carico inquinante residuo di origine civile”.
Mentre la quota attribuibile agli scarichi illegali è infatti oramai sostanzialmente irrilevante, molto significativa è invece la pressione derivante dalle acque trattate dai depuratori. “Si rivela necessaria e urgente una revisione delle autorizzazioni allo scarico – prosegue Minazzi –, tale da stabilire i limiti non più basandosi su tabelle di legge uguali per tutti, ma in funzione della capacità del recettore”.
Soprattutto, argomento ormai assodato, serve un lavoro sistematico di adeguamento dei depuratori di tutto il bacino. Troppi impianti, circa 1/3 di quelli del bacino, presentano gravi non conformità negli scarichi rilasciati.
“Entro il 2015, secondo la Direttiva Europea sulle Acque 2000/60, tutti i corsi d’acqua avrebbero dovuto raggiungere lo stato ecologico “buono” – ricorda Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – In Lombardia, meno di un terzo dei corpi idrici raggiungerà il livello di qualità prescritto dalla UE, tanto che la Regione ha dovuto chiedere deroghe”.
Secondo i dati presentati nel Piano di Tutela ed Uso delle Acque da Regione Lombardia infatti, solo il 27% dei fiumi, il 53% dei laghi e il 17% dei corpi idrici sotterranei raggiungono attualmente l’obiettivo “buono” richiesto dalla Direttiva. Tutti gli altri sono rimandati al 2021 o al 2027.
“Uno dei nostri obiettivi è favorire i lavori per arrivare a depurare l’Olona, riportandolo a condizioni ecologiche migliori – conclude Dino De Simone, Assessore all’Ambiente del Comune di Varese -. Vogliamo valorizzare i Plis, Bevera e Cintura Verde, entrambi attraversati dal fiume. Stiamo partecipando a dei bandi di finanziamento per iniziare i lavori di rinaturalizzazione delle aree più critiche».
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