In Valle Olona è naturale avere poco da spendere e spendere male
Lungo la Ciclopedonale della Valle Olona, due opere tra l’inutile e l’abbandonato dimostrano come non gestire i pochi finanziamenti disponibili
Anche nella Valle Olona, come nel resto d’Italia, i pochi progetti realmente di pubblica utilità devono fare i conti con la cronica carenza di fondi. In particolare, quelle dove le prospettive meno trasparenti sono ridotte al minimo. Anche quei pochi che ci sono però, in genere potrebbero essere usati meglio.
Lungo la Pista Ciclopedonale della Valle Olona ci sono almeno un paio di ottimi esempi. Dove la manutenzione ordinaria è ormai un’eccezione e di un intervento tanto lungimirante quanto strategico anche in ottica di promozione del territorio come il collegamento di pochi chilometri con la ciclabile del Lanza, non se ne parla proprio, si possono incontrare interventi non esattamente strategici.
Importante sottolineare subito, non tanto per colpa di chi li ha promossi e curati, ma proprio per il meccanismo a cui tutto questo è legato. In sostanza, ci sono pochi soldi, ancora meno arrivano sul territorio e non di rado vengono spesi nel modo sbagliato.
La zona umida, asciutta come pochi
Alcuni anni fa, in zona Fagnano Olona è stato realizzato un presunto percorso naturalistico, con tanto di due punti di osservazione, nella zona definita come quella dei Laghi di Fagnano. Per chi l’ha conosciuta solo di recente, le perplessità anche solo per il nome sono più che giustificate.
In quell’area tra la Ciclopedonale e il Mulino Bosetti, in effetti per un certo periodo c’è stato un bellissimo piccolo lago di acque trasparenti. Era però una situazione in parte artificiale e temporanea, e non era difficile capirlo.
Un periodo di piogge insolitamente abbondanti (un po’ come la scorsa primavera), aveva portato all’innalzamento della falda. L’adiacente poligono di tiro al piattello si era quindi ritrovato con la fossa al di sotto del livello dell’acqua. Per tamponare la situazione, l’acqua veniva pompata senza sosta nel terreno adiacente, favorendo la relativa formazione del piccolo specchio.
Quando la situazione è stata risolta con una soluzione definitiva per smaltire eventuali eccessi, e il clima è tornato sui livelli di aridità più recenti, i prati sono tornati a prendere il posto dell’acqua. Nel frattempo però, l’ambizioso progetto era partito.
La ruspa della biodiversità
Grazie anche ai noti tempi delle opere nazionali, al momento della conclusione, con relativa inaugurazione, di acqua ne era rimasta ben poca. Al punto da provare a rimediare scavando degli ipotetici stagni alla ricerca di acqua, un po’ come un bambino munito di pala e secchiello su una spiaggia.
Il tentativo piuttosto disperato di poter continuare a chiamare l’area Zona Umida di fronte ai presenzialisti di turno non è durato a lungo. Per quasi tutto l’anno, ormai da osservare c’è ben poco, e di umido molto meno. Afa a parte.
Passerella dentro la natura
Come precisato, e documentato, dal Parco RTO, l'area in questione è stata sistemata il giorno 8 agosto. La fotografia in questione risale invece al 30 luglio. Prendiamo con piacere atto dell'intervento.
Resta tuttavia invariato di poco il problema legato alla gestione; la situazione documentata infatti, avrebbe richiesto un intervento almeno un paio di mesi prima, e altri successivi con maggiore regolarità.
Pochi chilometri più a nord, in direzione di Castiglione Olona, la scena si ripete. Tra Castelseprio e Gornate Olona, è stato realizzato un altro punto di osservazione. Questa volta senza chiamare in causa zone umide, biodiversità e richiami del genere. Semplicemente, per osservare la natura intorno al fiume. Un piccolo sottoinsieme di quella peraltro presente in misura decisamente maggiore nella splendida oasi di Calipolis.
Archiviata l’inaugurazione di turno, già dopo la prima stagione la preziosa opera si è integrata con la natura circostanze, anche troppo. Nel senso, praticamente sommersa dalla vegetazione, con abbondante presenza di ortiche, tali da scoraggiare anche i più coraggiosi a sfruttarla.
Una prima segnalazione, aveva prodotto qualche risultato di manutenzione e pulizia. Durato però poco, al punto di ritrovarla oggi in condizioni pressoché totali di abbandono.
Quando si prova a sensibilizzare sulla tutela della Valle Olona, la prima risposta è sempre che mancano i soldi. Di volontà nel rimboccarsi le maniche e provare a parlarsi anche tra Sindaci di diverso schieramento, naturalmente non se ne parla. Soprattutto, di pensare a progetti più concreti e meno di immagine. Non sia mai, smettere di lamentarsi di non avere fondi per realizzare le promesse, ma quando ci sono riuscire a spenderli male.