NotiziarioValle Olona

La follia stradale italiana certificata sulla pelle di Wout van Aert






L’allenamento in zona di Wout Van Aert, uno dei ciclisti più forti, porta alla ribalta internazionale le assurdità delle strade italiane

In occasione delle gare internazionali di ciclismo con partenza o arrivo nella zona intorno a Milano, spesso diverse squadre installano il quartier generale in provincia di Varese o Como. In particolare, una struttura di Solbiate Olona è ormai organizzate per accoglierne diverse e garantire tutti i relativi servizi.

Per i corridori, questo significa anche dover spendere almeno una giornata allenandosi sule strade locali. In genere, questo rientra nell’ordinaria amministrazione e passa inosservato. Quanto successo però in occasione della recente Milano-Sanremo merita attenzione, e non per una bella ragione, anzi.

Tra questi ciclisti, quest’anno c’era anche un certo Wout van Aert, Belga, tra i più promettenti e già affermati campioni del momento, non a caso protagonista della Classicissima e arrivato al terzo posto.

Fin qui, poteva prevalere l’orgoglio di averlo ospitato sulle strade della zona e anche della Valle Olona. Per qualcuno, adirittura di averlo incrociato. Se non fosse per quando il malcapitato si è inaspettatamente trovato ad affrontare uno dei momenti probabilmente meno entusiasmanti della propria carriera.

Per quanto potesse essere preparato alla ormai consolidata follia delle strade italiane, la realtà si è rivelata peggio di ogni previsione.  Al punto da spingere Wout van Aert definire espressamente su Strava l’esperienza come “Il giro peggiore dell’anno”. Come se non bastasse, sfogando la giustificata apprensione con un “Felice di averlo completato tutto di un pezzo”.

Figuraccia internazionale

Per chi è abituato a non guardare al di là del proprio naso, pensare di dover aver ragione qualunque castroneria si pensi, probabilmente un’offesa mortale. Per di più addirittura da uno straniero.

Per le persone più normali invece, il sapore di una condanna internazionale, tanto giustificata quanto avvilente. La certificazione internazionale di come ormai sia la regola la tendenza ormai vergognosamente consolidata anche sulle strade della Valle Olona, di sfogare, arroganza e frustrazioni sui malcapitati pedoni e ciclisti di turno. Per quanto possa contare, a nome di tutti questi vale la pena di presentare scuse sincere e imbarazzare a Wout van Aert, augurandogli, o meglio sogandno, possa ricredersi in futuro se avrà il coraggio di ripetere l’esperienza.

Una delle tante brutte storie italiane, simbolo di un periodo dove l’arrognanza di pochi (micidiale cocktail di arroganza e ignoranza) va a danno dei più educati e soprattutto dei meno protetti sulla strada.

A scapito di quello che non riescono a vedere questi miopi padroni della strada, anche una pessima figura e ancora di più una pessima pubblicità per l’Italia. Piaccia o no a queste persone, intorno alla bicicletta ruota anche un importante giro di affari legato a produzione, servizi e soprattutto turismo. Il conto di rinunciarci in nome della soddisfazione di sentirsi il più forte però, lo pagano tutti.

Con la garanzia, anche questta marchio di fabbrica italiano, di produrre come unica conseguenza l’ormai stucchevole serie di insulti di ogni sorta rivolta ai ciclisti e alla loro ostinazione nel muoversi lungo le strade dando fastidio a chi si stene in dovere di ignorare limiti di velocità divieti di soprasso, distanze di sicurezza, precedenze e soprattutto disturbare mentre controllano le più recenti imperdibili notifiche sullo smartphone. Ah, già, un volta se ne sono visti due affiancati mentre uno superava l’altro, quindi sono tutti da far fuori.

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