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Lo sbuffare della Valmorea a ridosso della ciclabile preoccupa la FIAB

Secondo FIAB Varese, le dichiarazioni sul recupero della ferrovia Valmorea rischiano di penalizzare il prolungamento della ciclabile

DI fronte ai fatti più recenti, la lettera pubblica diffusa da FIAB Varese rappresentata nell’occasione dal Presidente Enrico Bronzi e dal Consigliere Beppe Ferrari, sul rapporto tra Pista Ciclopedonale e Ferrovia della Valmorea al momento è utile sia pubbbicata integralmente, senza alcuna analisi. La questione è diventata delicata dopo i recenti annunci della rinnovata Associazione Amici della Ferrovia Valmorea intenzionata ad accelerarne il recupero invitando i Sindaci interessati a mettersi in gioco. Dall’altra parte, il progeto pronto a partire del prolungamento da Castiglione Olona al confine con la Svizzera della Pista ciclopedonale della Valle Olona, curato dalla Provincia di Varese in accordo con Ferrovie Nord.

Augurandosi ne scaturisca una discussione utile a tutto il territorio e non una inutile rissa, di seguito il testo integrale della lettera di FIAB Varese. Da parte nostra, come sempre massima disponibilità a raccogliere pareri utili a un confronto.

L’iniziativa intrapresa in questi giorni dall’associazione Amici della Ferrovia della Valmorea, che si rivolge a sindaci ed istituzioni potenzialmente interessati alla proposta di ripristino di un servizio ferroviario in Valle Olona, è sicuramente rilevante sotto diversi aspetti e merita tutta l’attenzione della scrivente associazione.

Suscita infatti molti interrogativi e qualche preoccupazione in coloro che riconoscono nel completamento della ciclovia della Valle Olona, attualmente limitata alla tratta Castellanza–Castiglione Olona, un progetto importante di promozione di mobilità e turismo sostenibile, innanzi tutto per la valorizzazione delle risorse di natura e di memoria di cui la valle è depositaria, ma anche più in generale per l’arricchimento dell’offerta cicloturistica della provincia di Varese e della sua attrattività guardando a sud verso il milanese e a nord verso il mendrisiotto.

Bisogna infatti considerare che la ciclovia della Valle Olona come prevista dal Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PCIR n. 16) prolungata in Svizzera fino a Mendrisio ci metterebbe in connessione con l’itinerario ciclabile nazionale n. 3 della rete elvetica, ovvero con la più ampia rete Eurovelo, con un tracciato sostanzialmente pianeggiante e quindi altamente fruibile.

Se queste prerogative e questi obiettivi della infrastruttura ciclabile potrebbero essere teoricamente compatibili o addirittura rafforzati dalla compresenza in parallelo di un servizio su ferro, come auspicano gli stessi promotori del ripristino ferroviario, sul piano pratico purtroppo si possono presentare (già si sono presentate) incompatibilità in ordine a risorse, tempi e modalità realizzative, che obbligano a scegliere quale infrastruttura privilegiare, valutandone la concreta fattibilità e la ricaduta sociale, economica e ambientale.

A breve la Provincia di Varese metterà in appalto i lavori della tratta di ciclovia da Folla di Malnate al confine con la Svizzera grazie ad un finanziamento regionale di fondi europei Interreg; al programma ha aderito anche la Svizzera riscontrando nell’opera una ulteriore offerta di mobilità alternativa all’auto per il pendolarismo di frontiera che gravita sulla zona industriale della piana di Stabio.

Purtroppo in fase di definizione del progetto la soluzione più agevole e funzionale di utilizzare nel tratto più prossimo al confine il percorso sterrato, esistente e frequentato, che fiancheggia il preesistente sedime ferroviario, ha dovuto essere abbandonata per incompatibilità con le norme di sicurezza di un servizio ferroviario formalmente in esercizio, anche se ormai da anni abbandonato e di assai problematica riattivazione.

La soluzione di ripiego sarà quella di abbandonare il fondovalle per salire sulla collina di Ligurno di Cantello e quindi ridiscendere, con tratti in forte pendenza, al trafficatissimo valico di Gaggiolo; ripiego che penalizzerà inevitabilmente la fruibilità e il successo della ciclovia.

E’ attualmente in corso di progettazione definitiva anche l’ultimo tratto per completare l’intero percorso da Castellanza alla Svizzera, quello da Castiglione Olona a Folla di Malnate: anche qui la soluzione intuitivamente più razionale vedrebbe in parte la sovrapposizione o l’affiancamento della ciclabile al sedime dell’ex-ferrovia. Auspichiamo che si adotti una soluzione che tenga in primo piano le esigenze di funzionalità e attrattività ciclistica dell’itinerario.
Per concludere una nota sulla scrivente associazione.

FIAB Varese Ciclocittà, aderente alla Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, ha lo scopo specifico di promuovere la bicicletta come modalità sostenibile e attiva di spostamento sia perle correnti esigenze di vita sia per il turismo, e individua nel traporto pubblico, in particolare su ferro, un alleato fondamentale sia per il contenimento dell’impatto ambientale dei trasporti sia per il supporto intermodale che può (deve) fornire alla stessa mobilità ciclistica (e pedonale).

L’ispirazione e le suggestioni che muovono i sostenitori del ripristino ferroviario in Valle Olona non ci vedono quindi pregiudizialmente su fronti opposti; ci preoccupa invece che la mancanza di una visione complessiva, coerente, praticabile della questione e l’incertezza dei decisori, in primis probabilmente della Regione, destini i fautori della bicicletta ad accontentarsi di un’offerta al ribasso e quelli del treno a vedere deperire nell’abbandono le testimonianze di un’archeologia industriale che meriterebbero sorte migliore.

In questa prospettiva FIAB Varese auspica di poter fornire il proprio contributo in tutte le occasioni di confronto e approfondimento sulla materia.

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