Valle Olona, il giorno dopo, ripartenza intelligente, per ora
Conclusa la lunga attesa, anche la Valle Olona ha riconquistato quel minimo di libertà sufficiente a rompere il lungo periodo di isolamento e riprendere confidenza con la natura, oltre a un principio di contatto con gli altri.
Come per ogni altra zona d’Italia, la vera scommessa è ora dimostrarsi responsabili. Per quanto impegnative, rispettare le poche regole essenziali, distanze, mascherina e igiene, eviterà di dover tornare al punto di partenza nel giro di un paio di settimane.
Nei primi giorni, la situazione sembra incoraggiante, anche se non mancano alcune situazioni alle quali dedicare attenzione prima di che sia troppo tardi.
La buona notizia nella prima giornata, è una diffusa attenzione. Probabilmente, la voglia di tornare all’aperto ha avuto la meglio sui piccoli fastidi della mascherina e di dover tenere le distanze anche da conoscenti incontrati per strada dopo mesi di contatti virtuali.
Spazio così a scene di diversa natura, tra il serio e il divertente, con qualche punta di disappunto. Superata la timidezza mattutina, nel pomeriggio i paesi sono tornati a essere movimentati. Attenzione e diffidenza ai massimi livelli, qualche decisione istituzionale discutibile e voglia di lasciarsi andare, hanno prodotto situazioni contrastanti
Strade affollate di pedoni come non si vedeva da mesi, impegnati a evitarsi con cura, saltando da un lato a un altro e dando vita a una sorta di balletto dell’indecisione alla ricerca di un marciapiede isolato.
Persone desiderose di scambiare due chiacchiere, preoccupate di misurare la distanza a ogni parola, con imbarazzanti ripercussioni sul senso dei discorsi.
Persone meno reponsabili, con mamma in compagnia di un paio di figli, più impegnata a fumare che a coprisi naso e bocca nel bel mezzo del paese.
Runner finalmente liberati, alla disperata ricerca di un percorso dove correre senza intralciare gli altri. Operazione resa inutilmente complicata dalla cervellotica decisione di tenere chiuse le piste ciclabili e provocare così ingorghi nelle vie dei paesi.
Runner prudenti con mascherina al collo, al mento o al braccio, pronta da indossare al primo cedimento dei muscoli arrugginiti. Ma anche runner impertinenti o improvvisati, forti del diritto di non dover usare la protezione incuranti di sfiorare passanti intimoriti.
Per strada, riappare l’eterna sfida tra autovetture e biciclette. Automobilisti finalmente tornati al volante, anche solo per riprendere possesso della strada, e poter ignorare segnaletica e diritti altrui.
Con buona pace di chi le strade ha dovuto usarle per forza maggiore, non senza timori e imbarazzi, anche mentre tutti gli altri erano rinchiusi.
Ciclisti con sorrisi larghi da orecchio a orecchio per aver finalmente mandato in letargo gli ormai odiati rulli. Ciclisti pronti a soffrire anche sulle pendenze di un passo carraio, e ciclisti pronti a sfrecciare nel traffico, incuranti di tutto ciò che li circonda. Anche a ignorare semafori o attraversare cantieri pur di evitare qualche centinaia di metri in più.
Ragazzi e ragazze in gruppo rigorsamente distanziati e protetti, felici soprattutto di vedersi dal vivo. Ragazzi e ragazze nascosti negli angoli remoti dietro cimiteri o palazzetti, impegnati a fumare a distanza ravvicinata.
Insomma, tutto come prima, anche se in scala ridotta e con un pizzico in più di attenzione dettata dal buon senso. Un segnale certamente positivo. Resta da capire se e quanto potrà durare.
Se il Giorno 1 è stato incoraggiante, il Giorno 2 probabilmente inizierà a sollevare i primi dubbi.