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Più ancora della schiuma, un’ondata di inefficienza condanna l’Olona

Il nuovo episodio non può cogliere di sorpresa chi ha veramente a cuore il destino del fiume

Solo chi non segue da vicino le traversie quotidiane dell’Olona può restare realmente stupito della nuova ondata di schiuma riversata nelle acque del povero fiume e prontamente documentata dagli Amici dell’Olona. Per tutti gli altri, scremata la buona fede di molti, resta da prendere inevitabilmente nota anche di una ondata altrettanto preoccupante di strumentalizzazione. Quasi come voler recuperare il tempo necessariamente perso in una campagna elettorale, dove un argomento troppo scomodo e rischioso come questo, è rimasto praticamente in un angolo.

Da un paio di settimane infatti, la situazione aveva manifestato segnali preoccupanti. Pur considerando le basse temperature e la presenza di piogge, la presenza di schiuma era tornata a crescere. In misura graduale e quindi meno evidente. Tale appunto, perchè solo chi è veramente vicino al fiume potesse capire ci fosse qualcosa di preoccupante.

Già da ora, con l’emergenza scesa a valle e tornati alla solita inquietante nroamlità, ancora una volta difficilmente ci si potrà attendersi qualcosa dai risultati dell’ennesima denuncia. Mezzi a disposizione e soprattutto tempi di intervento di ARPA, sono totalmente inadeguati alla situazione. Per quanto risalire al responsabile sia oggettivamente un’impresa, bisognerebbe però almeno provarci.

Nonostante ribadita più volta, e altrettante sviata dai diretti interessati, la via resta sempre quella. Dal momento che l’Olona è un problema di tanti Comuni del varesotto, non solo quelli attraversati, difficile pensare a qualcosa di diverso da una strategia unitaria. Fino a quando la maggior parte dei Sindaci si limiterà a interventi di facciata e circoscritti al proprio territorio, fino a quando si selezioneranno gli interlocutori in base all’alleanza politica e non sulla base della realtà, fino a quando più di unirsi ci si preoccuperà di ostacolarsi a vicenda, fino a quando non ci si presenterà compatti di fonte alla Provincia e insieme a questa di fronte a Regione Lombardia, per l’Olona il destino resterà segnato. Per i più incalliti, non resterà altro se non sperare in qualche giornata di tregua per provare a godersi il paesaggio senza dover rivolgere lo sguardo ovunque al di fuori dell’Olona.

Solo su un fronte a questo punto si può ancora sperare, ed è proprio Regione Lombardia. All’inizio di un nuovo mandato per il neo Presidente Attilio Fontana la sfida si presenta subito di quelle importanti. Sulle sue spalle, la responsabilità di una situazione nota a perfezione (come confermato anche dalla prontezza nel rispondere alle domande degli Amici dell’Olona) e quindi con la possibilità di intervenire senza esitazioni, almeno per attuare qualcosa di simile a una vigilanza o costringere tutti i responsabili istituzionali a sedersi intorno a un tavolo. Possibilmente, anche a non restarci più del dovuto. D’altra parte, i frutti di dieci anni di mandato di un Roberto Maroni altrettanto vicino all’Olona se non di più, frenano sul nascere ogni entusiasmo.

Come se non bastasse, a rendere il quadro più fosco, la stessa risposta di ARPA, su una segnalazione formale inviata una decina di giorni fa, alle prime avvisaglie di ricaduta. “Questo Dipartimento sta eseguendo verifiche e approfondimenti già dal 2012, sia mediante controlli degli scarichi delle attività produttive e degli impianti di depurazione dei reflui urbani in fiume Olona, sia con sopralluoghi espletati in occasione di segnalazioni puntuali di formazione di schiuma nelle acque del Fiume Olona. In particolare nel 2017 sono stati oggetto di verifica anche alcuni siti dismessi localizzati a bordo Olona e oggetto di precedenti indagini. Inoltre, a partire dalla primavera 2017 si stanno eseguendo campionamenti sul fiume Olona con cadenza settimanale in alcune stazioni”.

Giuseppe Goglio
giuseppe@valleolona.biz

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