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Per la buona politica basta rimboccarsi le maniche, parola di Coldiretti

Cinque proposte a costo zero in sostegno dell’agricoltura, proposte senza distinzione di parte

Se la mancanza di soldi è una scusa all’ordine del giorno presa da tanti politici per giustificare i mancati interventi e le mancate promesse, Coldiretti Varese ha trovato una soluzione anche a questo. E non ha esitato a presentarla di persona ai diretti interessanti in occasione dell’ultimo incontro con i candidati alle prossime elezioni.

“Idee a costo zero: è su questo che si fondano i cinque pilastri che vi proponiamo di realizzare una volta eletti – spiega Raffaello Betti, direttore di Coldiretti Varese -. Punti in direzione di quella battaglia di civiltà che la nostra organizzazione intende portare avanti nei prossimi cinque anni, e coinvolge non solo le imprese agricole ma anche tutti i cittadini, visto che il fine del nostro mondo è la produzione di cibo”.

Da sinistra a destra infatti, l’associazione degli agricoltori ha chiamato a raccolta i principali esponenti politici della provincia di Varese per parlare di agricoltura. Invito raccolto da Samuele Astuti e Maria Chiara Gadda del Partito Democratico, Mario Bertana e Leonardo Balzarini di Liberi e Uguali, Stefano Candiani ed Emanuele Monti della Lega, Paolo Aliprandi e Giorgio Ginelli di Noi con L’Italia, Luca Marsico di Forza Italia, Niccolò Invidia e Roberto Cenci del Movimento Cinque Stelle.

“La logica dell’etichettatura è la madre delle battaglie della Coldiretti – riparte Betti -. Una sfida in difesa delle produzioni agroalimentari Made in Italy, che portiamo avanti da anni ma non ancora definitivamente vinta”.

Subito dopo, l’agricoltura locale sente bisogno di un’unica regia e un unico indirizzo per il cibo italiano. Tradotto su scala politica, un Ministero del Cibo e  un Assessorato al Cibo in Regione, che possano racchiudere in un solo organo produttori, trasformatori, distributori e le istanze dei consumatori. Togliendo inoltre quella sorta di Segreto di Stato sulle importazioni agroalimentari in Italia.

“Inoltre, la nostra organizzazione è convinta sostenitrice della necessità di diminuire il carico per le imprese agricole derivante da processi burocratici distorti – rilancia Betti -. Null’altro di un ulteriore aggravio alle imprese. Così come è importante tutelare le aziende virtuose e i consumatori adeguando la legge sui reati alimentari”.

Infine, particolarmente sentito anche il tema della fauna selvatica che negli ultimi anni sta causando non pochi problemi alle produzioni locali, soprattutto a causa della crescita incontrollata dei cinghiali.

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