Storia – Olgiate Olona

Il comune di Olgiate Olona è situato verso il limite sud della provincia di Varese, sull’autostrada Milano – Laghi. Il territorio si presenta pianeggiante nel suo complesso, con l’unica eccezione di una valle ad est, ove scorre, 20 m più in basso, il fiume Olona. Lo strato coltivo, subentrato alla brughiera per via di bonifiche plurisecolari, supporto per coltivazioni prevalentemente di cereali, copre sedimenti ghiaiosi, con falde acquifere a 40 – 60 m di profondità. il capoluogo, sviluppatosi negli ultimi trent’anni in direzione sud-ovest, costituisce ormai – mediante i nuclei residenziali del Buon Gesù e del Gerbone – una conurbazione con Castellanza e Busto. Questi stessi comuni concorrono a dividersi la frazione Buon Gesù. La popolazione risiede per metà nel capoluogo, per l’altra metà è ripartita equamente tra Buon Gesù e Gerbone.

Tre sono le parrocchie. Olgiate – Olzate nei documenti medioevali, Ulgià in dialetto, dalla base medioevale “augia” – significherebbe porzione di terra arativa cinta da fossati e siepi, con allusione al primo dissodamento. Il suffisso “-ate”, frequentissimo in Lombardia, riflette origine latina o forse gallica. Nel determinativo Olona od Orona, che compare dopo il Mille per distinguere questo centro dagli omonimi, si vuole individuare la radice gallica “ol-“, con il valore di grande, a sottolineare la maggiore portata d’acqua e la maggiore importanza in tempi lontani di questo fiume rispetto agli altri, sempre affiancato da una strada di collegamento tra Milano e il territorio elvetico. Dalle testimonianze archeologiche venute alle luce agli inizi del nostro secolo, malauguratamente disperse, si ricordano due necropoli che presuppongono insediamenti di età romana: una presso la parrocchiale del capoluogo, l’altra a margine della strada statale del Sempione, presso la Cascina del Buon Gesù, probabile stazione militare sulla strada Milano-Lago Maggiore.

Sopra il villaggio romano si sviluppò nel Medioevo la pieve, la cui giurisdizione ecclesiastica si mantenne fino all’anno 1583, quella civile fino al 1784. Per il vasto circondario che si estendeva da Cairate a Cislago e a Sacconago e comprendeva quindi anche Busto Arsizio, Olgiate fu dunque per molti secoli centro di riferimento religioso e amministrativo, prima all’interno del distretto del Seprio, poi del Ducato di Milano. Illustrano l’attività della Pieve di Olgiate la presenza documentata di ben due Chiese matrici, dedicate quella d’inverno a S. Stefano, quella estiva a S. Lorenzo; alcuni codici pergamenacei, oggi alla Bibblioteca Capitolare di Busto e all’Ambrosiana di Milano, tra i quali un Evangeliario del IX secolo; una lapide datata 1127, ora al Museo Civico di Milano, che proviene dal portale della chiesa di S. Lorenzo. Il borgo era dotato di un castello, ancora in piedi nel 1300. A fortificazioni con fossati e palizzate fanno pensare le planimetrie sette-ottocentesche, che rappresentano un abitato ancora a forma anulare. Si conoscono, a partire dal XII secolo, nomi di olgiatesi attivi a Milano e altrove: artigiani, notai, ecclesiastici. La famiglia “de Landriano de Olzate Olonae” figura nel catalogo della nobiltà milanese del 1277; Guido Landriani fu il primo nel 1283 a sottoscrivere, quale plenipotenziario del comune di Milano, la pace di Costanza tra il Barbarossa e i comuni confederati dell’alta Italia.

Altra famiglia di spicco fu quella degli Olgiati,con una serie di personaggi impegnati nella milizia e nella politica: tra essi Gerolamo, che concorse ad assassinare Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, nel 1476; Gian Maria, che come ingegnere militare ideò e diresse, a metà Cinquecento, la costruzione dei bastioni di Milano. Dopo la distruzione di Castelseprio, nel 1287, durante le lotte tra i Visconti e i Della Torre, gli olgiatesi vennero a dipendere per la giustizia criminale da Gallarate, dove fu posto l’ufficio del capitano del Seprio. Nella pieve la massima autorità religiosa era il prevosto, coadiuvato normalmente da 12 canonici. Di taluni prevosti di Olgiate si conoscono le cariche che ricoprivano nel contempo presso la curia o la Chiesa metropolitana di Milano: indizio di residenza saltuaria o mancata nella sede, di cui pur godevano il titolo e i frutti. Questo comportamento, che si estese quanto prima anche ai canonici, è spiegabile da un lato nei richiami lusinghieri della città, dall’altro nella progressiva perdita di importanza di Olgiate.

E così andò fino a quando, nel 1583, l’arcivescovo Carlo Borromeo decise di trasferire prepositura e canonicato al vicino borgo di Busto Arsizio, diventato assai più ricco e popoloso. Ridotto a semplice parrocchia di 700 individui legati all’agricoltura, falcidiati dalla peste del 1631, Olgiate rimase in una situazione di stallo per 2 secoli, divenendo feudo degli Alessandri nel 1691 e dei Prata nel 1709, famiglie nobili che non lasciarono testimonianze nel paese, dove non risiedettero mai. Nel Seicento si distinsero invece i Mola, nell’Ottocento i Greppi, i Restelli e i Tovo. Lo sviluppo di tessiture, tintorie e cartiere nella Valle dell’Olona e l’opportunità di un collegamento internazionale a rotaia in aggiunta alla linea del Sempione motivarono la derivazione dalle Ferrovie Nord Milano, nel 1926, del tronco Castellanza – Mendrisio, detto Ferrovia della Valmorea, totalmente abbandonato come servizio passeggeri nel 1952 e in seguito anche come trasporto merci.