Storia – Lozza

Come l’intero contado, anche il comune di Lozza subì l’occupazione prima dei Longobardi, quindi dei Franchi, finché, a partire dal 1200, entrò a far parte dell’Arcivescovado milanese. Dello stesso periodo è la prima citazione dell’abitato (chiamato una volta Locia ed un’altra Locotia) in un documento scritto di Goffredo da Bussero “il Liber notitiae Sanctorum Mediolani”, così come la sua annessione al feudo di Varese. A quest’ultimo appartenne fin quando, nel 1648, entrò a far parte dei possedimenti della famiglia Castiglioni fino alla fine del XIX secolo quando quest’ultima si estinse senza alcun erede. Chiesa di S.Antonino
Agli inizi del 900 Lozza viene coinvolto nelle profonde trasformazioni economiche in atto lungo tutta la vallata dell’Olona. Dove prima sorgeva uno dei tanti mulini lungo il corso del fiume, viene costruita nel 1901 una filatura, trasformata negli anni Venti in cartiera e rimasta in attività fino ad alcuni anni or sono. L’attività produttiva poté godere tra l’altro delle agevolazioni fornite dal passaggio a fianco del complesso industriale dei binari della ferrovia della Valmorea. La chiesetta di Santa Maria in Campagna, alla periferia del paese, custodisce al suo interno interessanti affreschi secenteschi. Fonti storiche riferiscono che ivi sorgesse un tempo l’antico edifico sacro altomedievale dedicato ai Santi Vittore e Corona.

Chiesa di Santa Maria in Campagna Etimologicamente Lotia dal celtico lossa, slossa, indica la melma mista di fogliame e sudiciume ammucchiata ai ciglioni dei campi e specialmente nelle lupe, cioè nelle fossette verso la strada, dove dalla via stessa e dai campi scolavano le sostanze letaminacee, che potevano servire come ottimo concime. Il termine lozza o lotza ha radici nel greco luma, sudiciume, contaminazione e nel latino lu-tu-m, fango, o ancora nel dialetto celtico della Caledonia lod, della Cornovaglia lued e luth, per indicare fango o ancora nella parlata del Canton Ticino dove slozz significa fradicio d’acqua o nel corso lozzu, per indicare melma.