Storia – Lonate Ceppino

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Durante la dominazione Longobarda la struttura militare di Castel Seprio è stata potenziata con un sistema di vedette e segnalazioni che dal Seprio si allargava verso le Alpi tramite torri, posizionate in modo tale da trasmettere a Castel Seprio la richiesta di rifornimenti e di soccorsi. Nell’anno 774 Carlo Magno, che nell’anno 800 fonderà il Sacro Romano Impero, riesce a conquistare il regno italico ponendo fine alla dominazione italica.

Alla fine del X secolo, come tanti altri territori, Castel Seprio che si presentava con solida compattezza, inizia ad essere diviso, con la decisione dell’arcivescovo di Milano che, per meglio consolidare il suo potere, decide di dare in feudo i territori facenti parte delle pieve della sua diocesi a dei vassalli – chiamati “capitanei” di Castiglione poiché si insediano in tale località.

Lonate Ceppino è costituito da un nucleo di case che sorgono al margine della valle, nella posizione corrispondente all’attuale centro storico; si trova in una zona di interesse per gli Ungari, per la rilevante vita economica e commerciale di Castel Seprio. Tale interesse porterà ad unire, con muraglie e palizzate, le case che stanno nella parte esterna e che costituiscono il perimetro del “loco”.

Dopo essere stato incoronato imperatore nel 1155 Federico Barbarossa, conduce azioni devastatrici durante le sue cinque calate in Italia; è proprio durante la quinta calata che, il Seprio di cui fanno parte Lonate Ceppino e Como, malgrado avessero fatto giuramento alla lega lombarda dei Comuni, si portano subito dalla parte del Barbarossa, appena questo vi giunse con il proprio esercito.

Il Barbarossa, nella notte precedente alla battaglia di Legnano, risulta sia stato ospitato nella foresteria del monastero di S.Maria Assunta di Cairate, perchè protetta da un lato dal Castrum del Seprio e dall’altro dal castrum di Lonate Ceppino il cui signori sono appunto i Castiglioni.

Tra le due guerre

La storia di Lonate Ceppino è segnata da un numero molto consistente di giovani uccisi nelle due guerre mondiali.

Nella prima guerra mondiale vengono uccisi ben 34 giovani di Lonate Ceppino, dei quali si ricorda, non per fare un privilegio, Angelo Molteni che muore proprio negli ultimi giorni di guerra e viene decorato per le sue azioni, con medaglia d’argento.

Nella seconda guerra mondiale i giovani morti sono 15; a loro vanno aggiunti anche Angelo e Peppino Bestetti, uccisi dai fascisti, per aver affermato il loro diritto di libertà attraverso la Resistenza.

Nel Maggio 1944 il gruppo dei partigiani alla macchia nella zona Lonate Ceppino-Tradate è di circa 40 persone, più una cinquantina di civili armati, appartenenti alle Squadre di Azione Partigiana (SAP).

Il loro ruolo consiste nel recupero di armi da fornire tramite staffeta ai partigiani della Valdossola e nel fare azioni di disturbo e di sabotaggio, un ruolo reso difficoltoso dalla presenza di alcune centinaia di paracadutisti, dai brigatisti neri della GNR e dalle forze dell’aeronautica di Venegono Inferiore.

Un’azione significativa è quella del 19 settembre 1944 in cui un gruppo di 11 partigiani, fra cui 4 di Lonate Ceppino, partono da Tradate alle ore 21,30 per raggiungere, dopo una marcia attraverso i boschi, la fornace di Valle Olona in località Gurone dove esiste un reparto di montaggio dell’aeronautica Macchi con l’obiettivo di distruggere alcuni aerei pronti per partire per il “fronte”. “Vengono disarmate le guardie, messi al sicuro i civili e fatti saltare tre aerei già collaudati e due in fase di ultimazione”.

L’azione, che termina con il rientro dei partigiani a Tradate all’alba del giorno seguente viene citata da radio Londra.

 

L’industrializzazione

Nel corso delle vicende storiche di Lonate Ceppino ritroviamo molto spesso l’Olona che rientra indirettamente nelle controversie che nascono per i mulini costruiti sul fiume stesso e rappresentava, nel periodo romano, anche un mezzo di collegamento, con la strada che vi sorge accanto, fra la pianura padana e le regioni costituenti l’attuale Svizzera.

Con l’avvento dell’industrializzazione le acque dell’Olona cambiano aspetto, fino al punto tale che si arriva negli anni settanta a proporre una legge che prevede di considerare l’Olona non più un fiume, ma fogna a cielo aperto.

Le acque limpide che sono state il simbolo di vita, rappresentano ancora oggi, malgrado i primi tentativi di recupero del fiume con i depuratori, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali. La presenza delle lavanderie sulle rive, la pesca praticata anche dalle massaie con le forchette e i bagni fatti nelle calde giornate d’estate nelle acque limpide dell’Olona sono testimonianze che ancora oggi alcuni lonatesi possono riportare, ma che scompare in un ricordo passato, cancellato dal prevalere di un’organizzazione sociale ed industriale che ha poco rispetto per l’ambiente, l’uomo e la sua salute.

Le vie di comunicazione che si sono sviluppate nei secoli XIX e XX rappresentano l’esigenza del passaggio da un sistema produttivo essenzialmente agricolo ad uno industrializzato.

L’importanza del collegamento internazionale è colta dai comuni di Stabio e Mendrisio che fanno pressione al governo federale elvetico al fine di ottenere il nullaosta per la costruzione di uno spezzone di linea ferroviaria che unisce Mendrisio con il confine Italiano. Le industrie di Lonate Ceppino, già esistenti a fondo valle (Cartiera Mayer, Pettinificio Clerici), e altre come la Filanda, usufruiscono direttamente del servizio di trasporto dei prodotti finiti e delle materie prime.