Storia – Castiglione Olona

Castiglione Olona è un’antica terra ricca di interessanti testimonianze storiche ed artistiche che ne fanno un raro e prezioso scrigno d’arte nell’operosa terra lombarda. La sua origine è collocata attorno al 401 dopo Cristo quando, secondo un’inusuale leggenda, le truppe del generale romano Stilicone fondarono un accampamento sulle cui tracce nacque poi il Borgo di Castiglione adagiato nella valle del fiume Olona. Dopo il passaggio delle truppe romane, i cronisti dell’epoca registrarono quello dei Longobardi ed infine, attorno all’anno 1000, il territorio risulta essere possedimento della nobile famiglia Castiglioni.

Questo Casato, originario di Milano ma proprietario del feudo castiglionese, si trovò più volte coinvolto in giochi di alleanze politiche con quelle famiglie potenti che gestivano il potere locale, parteggiando quindi ora per i Torriani ora per i Visconti. Risalgono a questo periodo le costruzioni delle mura di cinta del Borgo che si conservano solo nella parte più alta del colle dove venne eretta nell’XII secolo, la rocca, una minacciosa ed inespugnabile costruzione che fu al centro di numerose vicende belliche, difesa dal corso del fiume Olona per ben tre quarti e da un massiccio bastione con ponte levatoio nella parte rimanente.

 

Palazzo Branda

Edificio appartenuto al Cardinale Branda Castiglioni ( Milano 4 Febbraio 1350 – Castiglione Olona 3 febbraio 1443) l’insigne prelato che a partire dai primi decenni del XV secolo trasformò l’intero borgo e realizzò in Castiglione Olona il primo esempio di umanesimo toscano in Lombardia.

Il palazzo del Cardinal Branda Castiglioni è composto da due corpi di edificio ben distinti.

Il primo fu costruito neL XIV secolo. Ampliato e abbellito nel XV per volontà del Cardinal Branda, conserva ancora preziosi affreschi di scuola lombarda e lavori di maestri toscani. La seconda parte di edificio fu fatta erigere dal Porporato nei primi decenni del XV secolo. Fu poi ampiamente rimaneggiata nei secoli successivi con una serie di interventi tali che lo hanno interamente modificato nella sua primaria concezione architettonica. L’elemento di raccordo tra i due corpi di edificio è composto dalla porzione di casa che contiene al piano terra la Cappella Cardinalizia e al piano superiore la loggetta rinascimentale.

Ingresso

Ci troviamo ora in una sala posta nell’ala trecentesca di Palazzo dove è possibile ammirare un grande camino d’epoca e il soffitto adorno di peducci in pietra di arenaria, manufatti di notevole interesse artistico.

Le pareti sono arredate con tre quadri a soggetto religioso, dipinti ad olio: una Sacra Famiglia, un martirio detto “dei Quattro Santi Coronati” recentemente attribuito a Filippo Abbiati (1642 – 1715) ed un Santo Matteo.I quadri sono del XVI-XVII e XVIII secolo.

La Loggetta

Salendo la scala in pietra serena si giunge nella “Loggia rinascimentale” un tempo aperta.

Le inferiate con vetri sono un’aggiunta del secolo scorso.

Alle pareti sono visibili tracce di antiche affrescature attribuite a Lorenzo Di Pietro detto il Vecchietta (Siena 1412 – 1480). Si noti la natura morta sotto il cornicione marcapiano di Paolo Schiavi (Firenze 1397 – Pisa 1479) e la decorazione muraria dove sono ancora leggibili motivi ornamentali simili a quelli della Camera del Prelato.

Il soffitto cinquecentesco è di legno decorato con ventotto tavolette dipinte a tempera che rappresentano i blasoni del casato Castiglioni e d’altre nobili famiglie.

Camminando sui gradini, prima d’entrare nella sala “della Quadreria” è visibile una ricerca strategica nella quale compare un sole detto “di San Bernardino” (prima metà del ‘400) sopra il quale nel XVII è stato dipinti un moretto (si noti il collare della schiavitù).

La Quadreria

Questa grande sala fu aggiunta al Palazzo nel XVI secolo. Alle pareti troviamo quadri con ritratti del nobile Casato Castiglioni realizzati da autori ignoti nei secoli XVII e XVIII. I ritratti hanno un valore affettivo e testimoniano l’importanza di questa nobile Famiglia che diede i natali al Cardinal Branda, a due Papi, ad innumerevoli uomini di legge e di cultura. Ricordiamo fra tutti Baldassarre Castiglioni (del ramo dei Castiglioni di Mantova) autore de “Il Cortegiano” immortalato da Raffaello in un importante ritratto oggi conservato al Louvre di Parigi. Il ritratto posto al centro della Quadreria, sulla destra di chi entra, è quello del grande e munifico Cardinale. La parete di fondo è impreziosita da un imponente camino rinascimentale in pietra arenaria sormontato da una cappa adorna di stucchi baroccheggianti. Al centro della cappa uno stemma gentilizio maritale ci rammenta l’unione di due nobili famiglie lombarde:i Castiglioni e i D’Adda costituitasi nel 1570 con un matrimonio.

Camera del Cardinale

Ci spostiamo ora nell’ala del Palazzo costruita nel XIV secolo. La prima stanza che s’incontra è nota come “Camera del Cardinale”. Le pareti sono interamente affrescate, forse da un Maestro di scuola lombarda. In ogni parete si leggono quattro fasce d’affrescatura ben distinte: la prima è una fascia terminale adorna di quadrilobi con stemmi del Casato. La seconda è un grande giardino ricco di alberi da frutta, fiori, erbe aromatiche e medicinali, puttini che giocano. La terza un arazzo dipinto sul quale appaiono cartigli recanti motti latini, insegnamenti e massime tratti da autori classici cari a Branda: Cicerone, Terenzio, Seneca…Si noti il carattere della scrittura: è un gotico corale. La quarta è una panchina dipinta.

L’arredo della stanza è completato da un elegante camino a muro del ‘400 sovrastato dallo stemma Castiglioni e da un’ancoretta in pietra sotto la quale è leggibile una data “1423, 14 ottobre”. Forse la datazione degli affreschi. La grande finestra in arenaria è originale così come lo sono i mascheroni che reggono le due panche in pietra.

Al centro della sala trova collocazione il così detto “Letto del Cardinale” manufatto di legno scolpito ingentilito da figurette presenti sulle quattro che reggono il baldacchino. Il letto è del XVI secolo.

Lo Studiolo

Nella stanza attigua, nota come “Lo studio del Cardinale” si noti sulla parete di sinistra un antico mobile, recentemente restaurato, del XVII secolo, con ritocchi effettuati nei secoli successivi. Il mobile è composto da due parti ben distinte: una a parete, con tronetto centrale e panchette, l’altra trattasi di una grande credenza ad ante.

Sulla parete di fondo spicca il grande affresco detto “paesaggio ungherese di Veszprem” dal nome della località dell’Ungheria dove il Cardinale fu legato pontificio a partire dal 1410.

L’affresco, secondo gli ultimi studi, è opera di due grandi Maestri: Masolino da Panicale e Lorenzo di Pietro, il Vecchietta. Avrebbero lavorato su questa parete nel 1435 regalandoci un’opera unica al mondo: il paesaggio protagonista dell’affresco dove non compaiono, così come indicava la tradizione, personaggi con le loro storie di vita.

In alto, corre un fregio con adornari gotici, puttini e medaglioni recanti lo stemma cardinalizio, a destra, nel riquadro compare il ritratto di una fanciulla: autore Masolino da Panicale. Due mappamondi del XVII secolo completano l’arredo dello studiolo.

La Cappella

Si ritorni sui propri passi scendendo la scala ( aperta nel ‘700) . Si giunge così nella Cappella cardinalizia “di San Martino”. Scoperta nel 1982, la cappella è stata interamente restaurata, oggi è uno dei gioielli pittorici del palazzo.

L’opera pittorica è stata attribuita al Vecchietta che secondo gli ultimi studi lavorò a questo ciclo d’affreschi tra il 1437 ed il 1439.

Sulla parete che sovrasta la piccola abside, il pittore ha dipinto la crocifissione, sulla parete opposta una “Chiesa Trionfante” con Papi e Presbitteri, Cardinali e fondatori degli Ordini Monastici; sulla parete con l’occhio di luce una “Strage degli Innocenti” e su quella di fronte una processione di donne, vergini e martiri guidate da S.Orsola in cammino verso Gesù Cristo.

Completano le immagini pittoriche, l’arco affrescato con otto profeti e a lato del finto marmo nella parte bassa, una famiglia, forse gli offerenti.

Nel piccolo vano introdotto dall’arco si noti nella volta la raffigurazione di Dio Padre contornato dalle Schiere Angeliche.

La volta a crociera della Cappella racchiude invece le immagini dei quattro Evangelisti raffigurati coi loro simboli. La volta è retta da quattro peducci che raffigurano gli Angeli, anch’essi di pietra arenaria.

 

L’INDUSTRIALIZZAZIONE A CASTIGLIONE OLONA NELL’800/900

Lungo il fiume Olona nella prima metà dello scorso secolo nasce il cotonificio “Schoch” e la prima fabbrica di bottoni e pettini di Santino Mazzucchelli.

I contadini che fino ad allora avevano lavorato la terra la abbandonarono per andare a lavorare nel cotonificio e nelle fabbriche. La famiglia Schoch diede vita al primo stabilimento di filatura di cotone; e ne rimase proprietaria fino ai primi del ‘900.

Nel 1910 a seguito di una crisi cotoniera la famiglia Schoch fu costretta a chiudere l’azienda a seguito di questo circa 100 dipendenti emigrarono in America.

Nel 1915 il cotonificio venne acquistato dal gruppo Milani che costruì nuovi impianti di tintoria e di essiccazione per i fiocchi di cotone e vi trovarono lavoro circa 400 operai. L’azienda chiuse l’attività negli anni ’70.

Sempre nella prima metà dello scorso secolo Santino Mazzucchelli aprì un modesto laboratorio di bottoni d’osso al quale ne seguirono altri aggiungendo alle macchinette, delle foratrici e nuovi strumenti di produzione che permisero di fabbricare oltre ai bottoni, pettini, fibbie e altri oggetti di ornamento.

Nel 1875 il figlio Pompeo Mazzucchelli a soli 18 anni prese la direzione dell’azineda e con molto intuito commerciale capì che la macchina stava alla base dello sviluppo e della produzione e capì anche che una metrica plastica di recente invenzione, “la celluloide” poteva essere affiancata alla lavorazione del corno.

Nel 1906 fu fondata la società S.A.M. (Società anonima Mazzucchelli) con 450 dipendenti. Da allora il gruppo Mazzucchelli è uno delle realtà industriali più importanti della provincia di Varese.