Il gonfalone della Provincia di Varese

Stemma

D’argento inquartato dalla croce diminuita, di rosso: il Primo quarto, alla effigie di San Vittore, movente dal braccio orizzontale della croce, il viso e le mani di carnagione, vestito con la tunica di rosso e con la corazza di cuoio al naturale, il capo coperto dall’elmo, dello stesso, il fianco destro sostenente la daga di argento, il Santo tenente con la mano destra l’asta di nero munita del vessillo bifido, di bianco al naturale, caricato dalla crocetta di rosso, con la mano sinistra la palma di verde; il Secondo, al gallo ardito, di rosso. Il terzo, alla lettera maiuscola B, di rosso, accompagnata in punta dalla fiamma, dello stesso. Il quarto, al castello di rosso, mattonato di nero, merlato alla guelfa, le due torri ognuna di tre, il fastigio di tre, esso castello aperto del campo, finestrato di sei nelle torri, tre e tre, dello stesso, sormontato dal tortello di nero. Ornamenti esteriori da Provincia.

 

Gonfalone

drappo di bianco, riccamente ornato di ricami d’oro e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in oro, recante la denominazione della Provincia. Le parti di metallo e i cordoni saranno dorati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto bianco, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Provincia e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’oro.

 

La croce di San Giorgio nella tradizione lombarda

Il nuovo stemma provinciale recupera l’iconografia della “Croce di San Giorgio” (Croce rossa su fondo bianco) – per altro già presente nella bandiera impugnata da San Vittore nello stemma di Varese – nella quale sono inquadrati i simboli delle quattro città più importanti della provincia di Varese: San Vittore per Varese, il Gallo per Gallarate, la lettera B accompagnata in punta da una fiamma per Busto Arsizio, castello per Saronno.

La Croce di San Giorgio è nella nostra tradizione da secoli. E’ un simbolo ricco di alti valori morali e contenuti storici. Meglio di tutti rappresenta la Lombardia e il suo popolo che sotto questa bandiera ha combattuto e vinto la battaglia di Legnano nel XII secolo.

I Lombardi nella storia si sono sempre fregiati di una croce rossa, sugli stendardi e sul petto. I Cavalieri Templari (dopo l’anno Mille) e i Lombardi fin da subito usavano già una Croce di colore Rosso al di sopra del metallo nudo/argento (cioè il Bianco). Lo stendardo con la Croce di San Giorgio fu piantato proprio dai combattenti lombardi sulle mura di Gerusalemme durante la crociata del 1096.

La bandiera di San Giorgio è detta anche bandiera di Resurrezione perché è stata da sempre usata nelle rappresentazioni iconografiche della Resurrezione di Cristo.

La diffusione geografica di tali bandiere è notevole. Infatti, prendendo una carta geografica dell’Europa di oggi e collocando sopra ogni città la sua bandiera, si può notare come l’insegna rosso crociata sia presente ancora oggi in moltissime insegne municipali. Proprio per questo motivo tutta l’Europa chiama l’area padano – alpina (che è la Longobardia dell’epoca Medioevale) “Area tipica delle croci Lombarde o Milanesi”. Questa area si estende da Nizza fino al Golfo del Quarnero (Croazia).

L’importanza della croce di San Giorgio è stata istituzionalmente riconosciuta con l’adozione del Gonfalone della Regione Lombardia avvenuto con L.R. 85/1975 nel quale viene riprodotto il Carroccio.