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Valle Olona in libertà giorno 2: il buon senso vacilla

Dopo un primo giorno all’insegna della giusta dose di entusiasmo e prudenza, nei giorni successivi la libertà in Valle Olona ha iniziato a lasciare spazio a qualche nota stonata, anche se con una tenuta di fondo complessivamente buona.

Dalla passeggiata a piedi a una in bicicletta, la seconda ricognizione allarga l’orizzonte e offre una visuale diversa. A partire dagli stessi ciclisti.

Ricomparsi sulle strade come e quanto gli automobilisti, se non di più in proporzione, pur di non perdere la libertà riconquistata accettano in genere di muoversi da soli. Aspetto per molti difficile da accettare.

Anche per questo, qualche incosciente di turno non manca. Se coprirsi naso e bocca ai semafori o nei passaggi più stretti all’interno dei paesi resta una scelta, in genere di buon senso, viaggiare a ridosso dell’amico, o peggio ancora di fianco, non ha fatto mai bene alla categoria in tempi normali, tanto meno adesso.

Lo scarso traffico, permette però di dedicarsi maggiormente al paesaggio. E qui, c’è poco da stare allegri. Non solo gli imbecilli dell’abbandono rifiuti sembrano non aver mai rinunciato a uscire di casa.

A questi si sono aggiunti tanti non disposti ad aspettare la riapertura delle discariche, con risultati sconfrontanti a bordo strada.

Soprattutto, inaccettabili le quantità di guanti e maschere buttate ovunque appena non più utili. A maggior ragione rispetto al passato inoltre, sullo stesso piano si possono ormai collocare tutti quanti si ritengano autorizzati a gettare mozziconi per terra.

In crescita lenta appare anche il numero delle persone in circolazione. Di per sé, non un problema, se non fosse che al tempo stesso le distanze tendono a diminuire. Aspetto peggiore, in diversi iniziano a trovare ogni sorta di scusa per portare la mascherina ovunque tranne che su naso e bocca.

Intendiamoci, più del 90% delle persone per strada sono coscienti della situazione. Da parte dei soliti difficili da definire in modo civile, sembra però quasi iniziata una sorta di caccia all’unico privo di mascherina nel raggio di centinaia di metri per trovare un pretesto e imitarlo.

Si incrociano così famiglie totalmente prive di mascherina, ignare del fatto che esista un mondo al di fuori di loro, proprietari di cani preoccupati solo dei cani e neppure di scansarsi al passaggio di altri, mamme e/o papà in bicicletta con figli intenti a parlare a ruota, e bocca, libera incuranti del prossimo e ragazzi il cui desiderio di sfidare il mondo non è mai sopito.

In pratica, di fronte alla prospetiva di superare la paura, il mai sopito bisogno frustrato di tanti, bisognosi di mostrarsi superiori agli altri inzia a riprendere vigore.

C’è da augurarsi, non sia l’inizio di un nuovo capitolo horror, il cui racconto sarà scritto tra un paio di settimana scarse.

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