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Pillole di Valle Olona antinoia: Museo didattico di archeologia

Il Museo didattico di archeologia non è certamente uno dei luoghi più conosciuti di Castellanza. Proprio per questo però, merita di essere messo in risalto, per i tanti che probabilmente non ne hanno mai sentito parlare.

Come racconta Roberto Roveda per l’Ecomuseo della Valle Olona, tutto nasce dalla volontà di recupero della Cappella S.Carlo, ambiente che faceva parte dell’antico edificio costruito dai nobili Borromeo verso la fine del XV sec.

Grazie alla decisione dell’allora Assessorato alla Cultura del Comune di Castellanza di destinarla a spazio espositivo, è stato possibile ospitare in modo permanente le ricostruzioni dei siti e degli oggetti riferibili alle antiche culture che hanno lasciato le loro tracce nel territorio di Castellanza.

L’allestimento del percorso espositivo, curato dagli operatori del Gruppo di Ricerca Storica e Archeologica di Castellanza, segue la periodizzazione dei ritrovamenti e delle relative ricostruzioni, ed è corredato da quadri esplicativi che illustrano in modo semplice ma efficace le caratteristiche delle varie culture, favorendo una facile fruibilità da parte delle scolaresche.

Il museo è collocato nella cappella posta all’angolo tra le vie Cardinal Ferrari e San Carlo, all’interno del Palazzo denominato Corte dell’Orologio, che, secondo gli studi effettiati, potrebbe risalire al sec. XV. Il complesso era sicuramente già esistente all’epoca di San Carlo Borromeo (1538-1584) come dimostrano gli studi effettuati. Il Palazzo costituiva un luogo di sosta per la famiglia Borromeo, durante gli spostamenti da Milano al Lago Maggiore: infatti è collocato in un punto strategico del percorso in prossimità del fiume Olona.

L’edificio è considerato il più antico di Castegnate ed è un’importante testimonianza per la storia dell’architettura lombarda. La sua cappella consta di un locale quadrato suddiviso internamente in due parti: l’aula principale aperta ai fedeli e la sagrestia/cappella interna riservata ai proprietari. Essa fu dedicata a San Carlo non solo in quanto componente della famiglia Borromeo, ma anche per il diffondersi del culto popolare del Santo, ancor prima che fosse canonizzato.

Questa tipologia di cappella domestica è piuttosto diffusa in zona ed è caratteristica dei secoli XVI e XVII. Nel secolo scorso la proprietà passò alla famiglia Clerici; nel 1905 il nipote dell’acquirente, don Antonio, eseguì interventi di ripristino nell’edificio e qualche anno dopo la sua morte (1965 circa) il Palazzo venne acquisito dal Comune, tuttora proprietario e fautore dei recenti interventi di restauro.

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