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Pillole di Valle Olona anti noia: Fonte di Manigunda

Quando si è costretti a uscire di casa il meno possibile, la noia rischia di prendere facilmente il sopravvento. E con lei, le tensioni di una convivenza forzata.

Con l’obiettivo di provare a trasmettere un pensero positito e un regalare un monento di distrazione, l’idea è proporre ogni giorno fino a emergenza superata, un luogo nascosto della Valle Olona.

Importante sottolineare, per ora solo da leggere e guardare. Per andare a scoprirlo dal vivo, ci sarà tempo. In ogni caso, si tratta di luoghi lontano dai centri abitati o comunque in zone poco affollate.

Tra storia e leggenda

Intorno al nome di Manigunda, una suora vissuta nel lontano passato, sono sorte diverse storie, arrivae fino ai giorni nostri grazie a un alone di leggenda.

Una di queste, la Fonte di Manigunda, sulla strada tra il fondovalle di Fagnano Olona e la frazione di Bergoro.

Così Fausto Bossi e la Pro Loco di Fagnano Olona la raccontano per Spunti di Visita, la rubrica dell’Ecomuseo della Valle Olona.

Scendendo dalla frazione di Bergoro verso il fondovalle, in prossimità del tornante si trova la Fonte di Manigunda. Questa fonte che sgorga dalla roccia è menzionata fin del 737 d.C.. Manigunda, monaca Longobarda, la quale sarebbe guarita da malattia dopo aver bevuto l’acqua di questa fonte.

In seguito a questa miracolosa guarigione, la Monaca decise di fondare il Monastero di Santa Maria Assunta a Cairate.

Da un’analisi, anni fa, l’acqua di questa fonte risultava salino–ferruginosa e quindi molto salubre.

Ai giorni nostri l’inquinamento è tale da aver raggiunto la falda acquifera, rendendo di fatto quest’acqua non potabile.

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