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C’è chi può e chi non vuole, prendersi cura del disastro ciclopedonale

Pronto intervento del Parco RTO nell’area umida di Castelseprio, mentre altrove arrivano promesse

Non serve tanto a fare bella figura. Soprattutto, in genere si tratta di buona volontà. Presidiare il proprio territorio all’apparenza dovrebbe essere uno dei primi compiti di un Sindaco o di un Assessore. Cercare di porre rimedio anche alle piccole cose capaci di rendere migliore la vita degli abitanti, la normale amministrazione.

C’è invece poco di normale in Valle Olona negli ultimi tempi e soprattutto lungo la Pista Ciclopedonale. Nonostante l’annuncio roboante della Provincia di Varese di aver appaltato l’inizio dei lavori per un restyling pressoché totale, tanti dubbi restano. A partire dai tempi, con il tracciato lungo il fiume ultimo in ordine di priorità dopo i laghi di Varese e Comabbio. Nella migliore delle ipotesi, se ne riparlerà quindi a fine anno, taglio della vegetazione compreso, quando con buona probabilità l’inverno avrà già fatto il proprio dovere e non sarà più necessario.

Nel frattempo, lo spettacolo resta desolante, o quasi. Quasi, perché c’è invece hi ha voluto dimostrare come basti poco a ribaltare una situazione. L’area umida con zona didattica e punti di osservazione di Castelseprio, non più di una settimana fa era impresentabile. Senza perdere tempo in chiacchiere o alla ricerca di scuse e scarichi di responsabilità, il PLIS RTO è prima di tutto intervenuto. Poche giornate di lavoro, forse anche poche ore, e tutto è tornato all’originale splendore.

Oltre a oasi naturalistica, ora si potrebbe anche definire oasi della dignità ritrovata. Oasi, perché in effetti tutto intorno lo scempio dell’investimento prosegue. Situazione ormai nota, dove non serve più di tanto aggiungere nuove testimonianze.

Una però, vale la pena di sottolineare, per la capacità di mettere in evidenza il totale disorientamento istituzionale di cui la Valle Olona sta pagando le spese. Un cestino per la spazzatura, uno dei tanti lungo i venti chilometri del tracciato. Uno di quelli, non tutti, dimenticato da mesi. Con un risultato tra il paradossale e il divertente.

Non serve dire dove, chi conosce la zona probabilmente conosce bene la posizione. GLi altri, possono sempre iniziare una caccia al tesoro. Regolarmente munito di sacchetto, in questo cestino tante persone diligentemente si ostinano a metterci i rifiuti ormai da mesi. Insistendo anche quando pieno, il fondo ha ceduto, ma il sacchetto no. Accentuato dalle piogge, il risultato dice tutto. Sorge anche un dubbio, se a qualunque istituzione venisse di mente di intervenire non avendo un mandato ufficiale (ma con la responsabilità di Ufficiale Sanitario del Comune), corresse ancora il rischio di incorrere in un Danno erariale.

2 pensieri riguardo “C’è chi può e chi non vuole, prendersi cura del disastro ciclopedonale

  • Pista che molti ci invidierebbero x i colori un pó meno gli odori, sarebbe utile proseguisse da Castiglione fino allo svincolo di Malnate-folla x ch, adatta anche a bici da strada. Certo l’incuria ha anche i suoi responsabili e costi,quando sei dentro in bici o a piedi a volte diventa un momento di tranquillo benessere. Le moto: lasciamo loro vicino alla vecchia cartiera una area dedicata, ai ciclisti in mtb responsabilizzarli con velocità adeguate in particolare con affollamento di famiglie. Bravi i fagnanesi Calimali, ma vanno sostenuti tutti qst volontari affezionati alla valle. Che dire altro? la valle non é un salotto ma é pur sempre di tutti e per tutti i cittadini compresi gli amministratori.

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