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Nella depurazione dell’Olona emerge il lato più inquinato della politica locale

Troppi Comuni prendono ancora tempo nel saldare i mancati versamenti, con qualche risposta fuori luogo a richieste leciteArrivata agli occhi di tutti, la realtà di troppi Comuni inadempienti di fronte all’obbligo di versare i contributi ex CIPE (i fondi riscossi attraverso le bollette dell’acqua con l’addizionale destinata alla depurazione dell’Olona) tra il 2002 ed il 2012, ha reso più difficile per i diretti interessanti nascondere le proprie mancanze. Dopo i primi tentativi di negare la realtà o di scaricarle su società di gestione, comunque partecipate, i più saggi hanno provveduto a regolare la situazione versando il dovuto. Altri, nel rispetto del peggiore stile italiano, hanno avviato trattative per rateizzare il debito o addirittura cercare di versarne solo una parte. Qualcuno infine, si ostina a fare finta di niente.

In un clima sempre più teso quando si tocca l’argomento Olona, la forte sensibilità popolare porta inoltre a comportamenti non particolarmente edificanti. Per esempio, a una legittima richiesta di chiarimenti in tema ambientale inoltrata dall’Avvocato Franco Brumana al Comune di Marnate in merito a rilievi ARPA su emissioni riscontrate nel territorio del Comune in zona depuratore, la risposta non è stata solo negativa, ma ha assunto toni non particolarmente diplomatici. Soprattutto desta perplessità la dichiarazione “di non essere tenuti a fornire i dati richiesti”, in totale contraddizione con quanto invece affermato dall’Avvocato Brumana. Nella migliore delle ipotesi, un pessimo esempio di scarsa sensibilità nei confronti dei cittadini su un tema molto attuale e delicato come la salvaguardia dell’Olona.

A parte questi atteggiamenti dal sapore presuntuoso, l’aspetto più importante resta però quello economico. Se tanti Comuni hanno accettato di regolarizzare la situazione a seguito di una diffida, segno che richieste tanto pretestuose non erano, altri insistono nel voler guadagnare tempo e accampare scuse. A parte gli oltre 3 milioni di euro (su 4,5) ancora dovuti da Busto Arsizio con un contenzioso dal sapore grottesco se non fosse vero (una pressione per uno scambio praticamente obbligato di quote con AGESP invece del saldo. Ipotesi spinta anche da alcuni personaggi politici), anche in Valle Olona si continua a tergiversare. Là dove proprio si pagano le maggiori conseguenze di un fiume inquinato oltre ogni limite del buon senso, Castellanza risulta ancora debitore per circa 174mila euro, mentre Castiglione Olona di tutti i 172mila euro dovuti in origine. Della quota di 587mila euro, Fagnano Olona ne ha versati 300mila e la stessa Marnate deve rientrare ancora di 126mila euro. Pesante anche la situazione di Olgiate Olona, con 200mila euro versati a fronte di un debito superiore al milione di euro. Poco più che formale invece, i 10mila euro residui di Lonate Ceppino.

“Parliamo di finanziamenti delle opere nella provincia di Varese previste dal Piano Stralcio per evitare le sanzioni comunitarie – sottolinea l’Avvocato Brumana -. La mancata disponibilità di questi fondi impedisce i lavori di adeguamento dei depuratori del bacino dell’ Olona, che ora sono dei colabrodi e costituiscono la più importante fonte di inquinamento del fiume. Noi continuiamo a impegnarci nella battaglia per il recupero di questi finanziamenti indispensabili”.

Giuseppe Goglio
giuseppe@valleolona.biz

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